Il popolo comascoNel baule dei ricordi, frugando nella vecchia stanza dei nonni qualche settimana fa, ho trovato queste pagine di giornale. Sono datate 8 maggio 1945, 74 anni fa. Non sono pagine di un quotidiano qualsiasi, sono quelle dell’organo di informazione del Comitato di Liberazione nazionale della provincia di Como. Le ho rispolverate con affetto. Sono lì che mi guardano dal 25 aprile, Festa nazionale della Liberazione, ma ho atteso la ricorrenza giusta per condividerle. Anche per un senso di rispetto. Rispetto per una festa che ahinoi oggi è stata suo malgrado trasformata in un appuntamento per il quale dividersi, schierarsi come tifosi da quattro soldi, dimenticandosi del passato.

Le pubblico oggi che il dibattito sui social network si è spostato su altri temi e obiettivi, sui quali ovviamente i professori da tastiera sono pronti a sfoggiare competenze e attributi, sono pronti ad attaccare, ad azzannare. Le pubblico oggi perché così almeno le posso condividere in “santa pace” con i miei amici, con i nostri clienti, con i nostri fornitori. LIberazione

Le pubblico perché se c’è una cosa di cui son certo e che “La guerra è brutta. La guerra fa male. Distrugge la vita. Costruisce l’odio. Semina terrore, divide e annienta l’animo dell’essere umano. La guerra è la sola cosa su cui tutti dovremmo essere uniti, dicendo NO, ovunque essa sia e qualsiasi sia la presunta ragione per cui la si combatte”.

P.S.

Se non riuscite a leggere on line le pagine del quotidiano qui pubblicato non vi preoccupate: vi aspetto per un controllo visivo gratuito, oppure per farvi provare un nuovo bellissimo paio di occhiali che vi farà sembrare la vita più bella o, ancora, semplicemente per leggerle e commentarle insieme.

Siamo qui, veniteci a trovare.